come-innaffiare-le-piante-in-vacanza-per-non-farle-morire
Sta finalmente per scattare l’ora x: la meta delle vostre vacanze è decisa, prenotazione fatta, valige quasi pronte. Insomma, tra poco si parte ma…mi raccomando: non lasciate le vostre piantine completamente abbandonate, senza nessuna cura e, soprattutto, una gocciolina d’acqua: al vostro rientro balconi, terrazze e davanzali fiori vi appariranno come delle lande desolate, pieni di scheletri appassiti in tristi vasetti.
Animo: non dovete assoldare una ‘pianta sitter’, semplicemente attrezzarvi con qualche facile ed economico rimedio fai da te. Per esempio se starete via soltanto pochi giorni, basterà annaffiare abbondantemente le piante, due turni separati di molta acqua nella stessa giornata e…via. Se, invece, la vacanza durerà parecchio sarà necessario scegliere qualche altro rimedio. Vediamo quali.
Tra una valigia e un beauty case per le ferie, troviamo il tempo per mettere insieme anche diversi contenitori per l’acqua tipo bottiglie, ciotole, secchi, bacinelle, in quantità e dimensioni in base a quante piante adornano la vostra casa. Una cordicella realizzata con gli avanzi di maglioni di lana, una vecchia maglietta di cotone, oppure anche una striscia di stuoia filtrante che si compra presso i vivai. Ovviamente, acqua.
Dopo aver messo insieme l’occorrente per la nostra annaffiatura ‘fantasma’, dobbiamo scegliere con cura il posto dove sistemare le piante, un punto della casa che non sia totalmente al buio, vicino a una tapparella dalla quale possa filtrare dell’aria. Quindi vi mettiamo una bacinella riempita d’acqua che sarà il nostro serbatoio ma manterrà anche il grado di umidità ideale per le piante; intorno disponiamo i vasi.
Altro step essenziale: bagniamo perfettamente la nostra cordicella, ne infiliamo un capo nella terra del vaso, sotterrandolo di qualche centimetro, e l’altro capo nella bacinella d’acqua, dove toccherà il fondo. Se i vasi sono tanti, utilizziamo più bacinelle. L’utilità di questo sistema è scientificamente provata, la famosa teoria della capillarità e dei vasi comunicanti imparata a scuola.
Un altro rimedio classicissimo è quello della bottiglia di plastica piena d’acqua infilata rovesciata nella terra del vaso: sul tappo pratichiamo dei buchi con uno spillo e da lì filtrerà l’acqua, un pochino al giorno. Quando le piante sono tante possiamo usare anche una stuoia filtrante da sistemare per la gran parte sotto i vasi, messa sul lavabo accanto al rubinetto: la parte rimanente la immergiamo in una bacinella piena d’acqua messa a un livello inferiore delle piante (nel lavandino andrà benissimo).
L’acqua risalirà per capillarità nel terreno e così innaffierà le piante. Nei negozi specializzati è possibile comprare dei vasi autoinnaffianti, con un’intercapedine dove si tiene la riserva d’acqua che finisce nel terreno attraverso stoppini o stoppini ad hoc.
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