Se siete appassionate di ayurveda senz’altro l’avete già sentito nominare. Se non lo siete, potrebbe essere una bella scoperta: ecco il triphala, una miscela millenaria di erbe indiane. Che sembra essere una vera e propria panacea.
Come una madre cura i suoi figli
Riferimenti all’uso terapeutico del triphala si trovano già nei Sushruta Samhita, databili al 1500 a.C. Si tratta del più popolare preparato a base di erbe di tutta la scienza ayurvedica indiana, dalle enormi potenzialità depuranti e disintossicanti – senza impoverire le riserve energetiche dell’organismo, perché combina un’azione nutritiva a una depurativa per sangue e fegato, oltre a stimolare la secrezione di bile, favorire digestione e assimilazione e ridurre colesterolo e grassi corporei.
Perché si dice che il triphala sappia prendersi cura dei nostri organi interni quanto le madri si prendono cura dei figli, grazie all’azione combinata dei tre frutti (da cui il nome: tri e phala, “frutti”) che lo compongono: amla (o amalaki), haritaki, bibhitaki.
Tre frutti, tre dosha
Ognuna delle piante da cui sono estratti i frutti del triphala corrisponde a uno dei tre umori – dosha – della medicina ayurvedica:
- vata: aria, dalla natura secca, fredda e leggera, che corrisponde al sistema nervoso
- pitta: fuoco, presiede a tutte le trasformazioni metaboliche, all’assimilazione del cibo e delle idee (e perciò alla comprensione)
- kapha: acqua, dalla natura umida, fredda e pesante; presiede a tutte le funzioni anaboliche e di sviluppo muscolare e osseo.
L’amalaki (Emblica Officinalis), dal sapore aspro, corrisponde al pitta, ed è un tonico, antipiretico, rinfrescante, lievemente antibatterico, cardiotonico e antivirale. Pensate che contiene la più alta concentrazione di vitamina C presente in natura (fino a 20 volte il contenuto di un’arancia!) e una stabilità al calore che ne fa preservare il contenuto vitaminico perfino se esposta ad alte temperature o essiccata.
Il bibhitaki (Terminalia Bellerica) è un astringente – questo il suo primo gusto – tonico, digestivo, antispasmodico, dal gusto insieme amaro e dolce, un po’ pungente. In India è utilizzato contro l’asma, le allergie e il singhiozzo.
Tutto sta nell’equilibrio
Come accedervi, a meno di un viaggio in Oriente, magari alle pendici dell’Himalaya – che non ci dispiacerebbe affatto, ammettiamolo? Cerchiamolo presso i negozi di prodotti erboristici e ayurvedici: se è un po’ più difficile reperire il triphala in polvere (ma su prenotazione potremmo riuscirci), sarà più semplice trovarlo in compresse (triphala max, triphala plus e simili).
Triphala Max
Il Triphala Max, per esempio, è un integratore alimentare in compresse che ha un’azione depurativa sull’intestino grazie alle sue naturali proprietà lassative, indicato in caso di stitichezza, ragadi ed emorroidi.
Triphala Virya
Il Triphala Virya è un altro integratore – in compresse o polvere – dalle svariate proprietà benefiche: aiuta la digestione e la circolazione, favorisce la flora intestinale e agisce positivamente anche sul fegato.
Triphala Guggul
Questo preparato ha proprietà disintossicanti e agisce sul corretto funzionamento metabolico; per le sue qualità asciuganti spesso viene segnalata nelle diete per perdere peso assunta un’ora dopo il pasto con tisane calde o acqua.
Intanto quel che è certo è che sempre più le medicine alternative stanno facendo presa anche su noi occidentali.