Onde d’urto: non si sentono, ma i risultati si vedono

Cosa sono, a cosa servono e quando sono indicate le onde d'urto? Qui vi spieghiamo quando potrebbero essere la soluzione per i vostri problemi, di salute e non solo

14/06/2020

Introdotte in medicina agli inizi degli anni novanta per la cura dei calcoli renali, le onde d’urto da svariati anni vengono impiegate anche per curare molte patologie dell’apparato muscolo scheletrico e anche in ambito estetico.

Non dolorose e poco invasive sono una valida opzione terapeutica per la cura di molte patologie, anche in fase acuta, grazie alle loro proprietà benefiche di tipo antinfiammatorio, antidolorifico ed “anti-edema” (che contrastano cioè  il “gonfiore”).

In tempi più recenti si sono mostrate efficaci anche nell’ambito della rigenerazione cutanea, accelerando il processo di guarigione di piaghe, ulcere e ferite di varia origine, anche post-traumatica.

Onde d’urto: cosa sono

Le onde d’urto sono onde acustiche (impulsi sonori, di natura meccanica), prodotte da appositi generatori (i litotritori), in grado poi di propagarsi nei tessuti, in sequenza rapida e ripetuta.

Caratterizzate da una particolare forma d’onda (prima fase di pressione positiva, seguita da un altrettanto rapida fase, meno ampia, di pressione negativa), che le differenzia dagli ultrasuoni, generano una stimolazione paragonabile a una sorta di “micro-idromassaggio” profondo sui tessuti e sulle cellule. Come conseguenza l’organismo reagisce positivamente, con produzione di sostanze ad azione antinfiammatoria e di fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione dei tessuti stessi, a partire dalle cellule staminali.

Da sole o in sinergia

In associazione con altre terapie, questo tipo di stimolazione meccanica può in molti casi essere applicata con successo sia degli arti inferiori che superiori. E proprio grazie a questi effetti biologici di base, da più di un decennio l’uso delle onde d’urto si è ampiamente diffuso. Dal campo urologico, all’ambito ortopedico, fisiatrico e riabilitativo, grazie alla loro capacità di agire sia su tessuti viventi sia su concrezioni calcifiche non vitali (come i calcoli).

Ben tollerate, non invasive, ripetibili e di grande efficacia clinica, le onde d’urto in alcuni casi si dimostrano essere anche una valida alternativa all’intervento chirurgico. Oppure una soluzione per la cura dei postumi di un trauma o di un intervento chirurgico.

Non solo, le onde d’urto possono agire in modo sinergico (cioè di rinforzo) con altre terapie, o anche come potenziamento e accelerazione dei risultati. Da sottolineare poi che il trattamento con onde d’urto non preclude la possibilità di poter poi intervenire con altre soluzioni terapeutiche.

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Seduta con le onde d’urto: come si svolge

Le modalità di esecuzione della terapia a base di onde d’urto sono differenti a seconda che si tratti di patologie ossee, patologie tendinee e muscolari o patologie cutanee.

Ogni seduta dura circa dai 10-15 minuti nel caso di applicazioni sui tessuti “molli” (tendini, muscoli e cute) e più a lungo, fino a un’ora, per i trattamenti sull’osso.

Inizialmente il medico individua l’area da trattare con la palpazione al fine di applicare la terapia con la massima precisione. Viene poi applicata una sufficiente quantità di gel sull’area individuata. L’uso del gel è necessario per erogare le onde in maniera efficace e senza attriti sulla pelle. Viene poi posizionato delicatamente l’applicatore dell’onda d’urto sulla zona e premuto il pulsante di avvio della terapia. 

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Onde d’urto: i risultati nel breve periodo

Il trattamento con onde d’urto può, in taluni casi, avere un effetto antidolorifico immediato, ma questo non costituisce la regola. In genere, i benefici si manifestano progressivamente, con il passare delle settimane. Per poter correttamente valutare l’efficacia della terapia, è bene aspettare almeno due mesi.

Il numero di trattamenti varia a seconda della risposta dei tessuti. L’effetto del trattamento è cumulativo, quindi in genere c’è bisogno di più di un trattamento da effettuarsi a distanza di almeno 3 giorni l’uno dall’altro.

Onde d’urto: i benefici a medio-lungo termine

Tra i risultati più evidenti di una terapia prolungata con onde d’urto troviamo:

  • Nuova formazione di vasi sanguigni. Il flusso di sangue nutriente è necessario per avviare e mantenere i processi di riparazione della struttura dei tessuti danneggiati. L’applicazione di onde d’urto crea micro rotture capillari nel tendine e nell’osso. A causa di queste, l’espressione di fattori di crescita come eNOS, VEGF, PCNS e BMP aumenta significativamente. Come risultato di questi processi le arteriole vengono rimodellate, stimolate a crescere e ne vengono formate di nuove. I nuovi vasi sanguigni migliorano l’apporto di sangue e l’ossigenazione della zona trattata e supportano la guarigione.
  • Stimolazione della produzione di collagene. La produzione di una quantità sufficiente di collagene è un presupposto necessario per i processi di riparazione dei tessuti danneggiati e delle strutture legamentose. La terapia con onde d’urto accelera la sintesi del procollagene e crea una struttura più solida.
  • Rilascio dei trigger point: I trigger point sono la principale causa del dolore alla schiena, al collo, alle spalle e gli arti. Essi sono associati a noduli palpabili in bande tese di fibre muscolari e hanno sarcomeri estremamente contratti. Questo fa sì che si formino dei prodotti di scarto che irritano le terminazioni nervose sensoriali e che provocano poi ancora di più la contrazione. Questo ciclo vizioso è denominato “crisi metabolica”. Il meccanismo d’azione delle onde d’urto e l’energia acustica erogata lo inverte e rilascia i trigger point, riducendo dolori e contrazioni.

Onde d’urto: sono dolorose o pericolose?

La risposta è no. Se eseguite secondo i protocolli terapeutici codificati e con apparecchiature idonee, sono generalmente ben tollerate. Soprattutto se si tratta di trattamenti principalmente per patologie dei tessuti “molli” (tendini e legamenti).

In alcuni casi, se si dovesse avvertire un leggero fastidio, il medico può dosare l’intensità dell’energia e il numero di colpi applicati, per far sì che venga meglio tollerato. Inoltre, alcuni protocolli terapeutici prevedono un aumento progressivo dell’energia applicata, in modo da consentire al paziente di adattarsi senza troppa difficoltà.

Nel caso di trattamenti sull’osso, per cui si applicano energie maggiori e per una durata di tempo superiore, è possibile che il dolore risulti più intenso e che sia necessario ricorrere ad anestesia locale.

Trattandosi di terapia non invasiva, è sicura e pressoché priva di effetti collaterali di rilievo.

In genere, possono verificarsi solo piccoli ematomi, petecchie ed ecchimosi superficiali e di breve durata o un risveglio temporaneo della sintomatologia dolorosa. La riacutizzazione del dolore dopo trattamento non deve spaventare, anzi, solitamente si tratta di una risposta positiva alla stimolazione meccanica sui tessuti.

Ci sono controindicazioni?

A oggi vengono riconosciute le seguenti controindicazioni, distinte in assolute e relative.
Sono controindicazioni assolute:

  • la presenza di strutture delicate e sensibili, come encefalo, midollo spinale e gonadi nel campo focale;
  • la presenza di patologie tumorali e di tromboflebiti dove si dovrebbero applicare le onde d’urto;
  • la gravidanza;
  • la presenza di organi cavi (es. polmoni) nel campo focale (nel passaggio infatti dell’onda sonora dal mezzo solido a quello gassoso si potrebbero verificare lesioni dei tessuti).

Sono considerate controindicazioni relative:

  • la presenza di Pace Maker o elettrostimolatori di diversa origine;
  • la vicinanza di cartilagini ancora in fase di accrescimento;
  • le malattie o le alterazioni della coagulazione del sangue. In tali casi, il medico valuterà per ogni singolo paziente l’idoneità o meno al trattamento, ed eventualmente anche il tipo di strumentazione da utilizzare.

Onde d’urto per l’estetica

Uno dei problemi estetici più comuni nelle donne è la cellulite. Questa è un’infiammazione dei tessuti molli, un accumulo di tessuto adiposo sotto forma di noduli di grasso e tossine, che colpisce sia il derma e il tessuto sottocutaneo. Spesso si manifesta con irregolarità della pelle (buccia d’arancia) e potrebbe essere associato a dolore.

Ci sono molti trattamenti che promettono di sradicare o ridurre al minimo questo problema e uno dei più efficaci è rappresentato proprio dalle onde d’urto spesso abbinate a radiofrequenza o mesoterapia.

In particolare le onde d’urto, provocando la rottura dei noduli di grasso dove si annida la cellulite, levigano la pelle e riattivano la circolazione per una maggiore elasticità cutanea.

Image Regenerative Clinic, all’avanguardia nella medicina estetica e nella chirurgia, ad esempio, utilizza le onde d’urto storz per combattere cellulite e ritenzione idrica.

Si tratta di onde acustiche ad alta energia, che aiutano l’attivazione dei naturali processi biologici di riparazione. Grazie a queste onde viene stimolato meccanicamente il tessuto, implementata la microcircolazione e migliorata la texture della pelle.

«Con le onde d’urto abbiamo evidenziano già dalle prime sedute un miglioramento della famosa buccia d’arancia, svuotamento di liquidi e sensazione di leggerezza degli arti», spiega Elena Colombani, fondatrice di Image Regenerative Clinic.