Daltonismo: come vedono i daltonici?

Ne soffrono soprattutto gli uomini, anche vip. La forma più diffusa non consente di distinguere il rosso dal verde. Ecco cosa c’è da sapere sul daltonismo.

13/12/2020

Il daltonismo è la difficoltà nel distinguere uno o più colori primari. Il nome scientifico è discromatopsia, ma è conosciuto anche come Deficit della visione dei colori (CVD). Nel mondo ci sono all’incirca 300 milioni di persone affette da deficit visivo dei colori.

Il daltonismo può avere diverse cause, tra cui il diabete, il glaucoma e la sclerosi multipla. Nella maggior parte dei casi, comunque, ha cause genetiche e quindi si tramanda da una generazione familiare a quella successiva.

Il termine daltonismo deriva dal nome del chimico inglese John Dalton. Nel 1794 fu il primo a descrivere questo disturbo, di cui egli stesso soffriva, proprio in un convegno sulla visione dei colori.

Ne soffrono di più gli uomini

I colori vengono percepiti da cellule specializzate della retina dell’occhio, chiamate coni. I coni sono di tre tipi. Sono sensibili – rispettivamente – alla luce verde, a quella rossa e a quella blu. Quando uno o più tipi di coni sono difettosi, la percezione della luce risulta alterata.

Il gene difettoso, responsabile del daltonismo, si trova nel cromosoma X. Le donne, al contrario degli uomini, hanno due cromosomi X, circostanza che il più delle volte le tiene al riparo da questa malattia.

Infatti, se una donna dovesse ereditare il gene del daltonismo in uno dei due cromosomi X, potrebbe fare affidamento sull’altro gene, il più delle volte sano, che le eviterà questa forma di inabilità visiva.

I numeri lo confermano: il 95% dei daltonici nel mondo è di sesso maschile. Ne soffre un uomo su dodici, mentre solo una donna su duecento è affetta da color blindness.


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Le diverse forme di daltonismo

Chi soffre di daltonismo non vede colori diversi, ma “rimuove” alcune tonalità dalla gamma cromatica percepita dalle persone normo-vedenti. I colori, dunque, li vede, ma con un certo grado di alterazione. Nello specifico, esistono diversi tipi di deficit visivo:

1) Deuteranopia (ne soffre l’1% della popolazione mondiale): le persone affette da questa forma di daltonismo non sono in grado di percepire la luce verde. Di conseguenza, faticano a distinguere il verde dal rosso e il verde da alcune tonalità di grigio, blu e viola;
2) Protanopia (anche in questo caso colpisce l’1% della popolazione mondiale): chi ne è affetto non è in grado di percepire la luce rossa. Anche in questo caso risulta problematico distinguere il colore rosso dal verde;
3) Tritanopia (0,004% della popolazione mondiale): in questo caso le persone non sono in grado di percepire la luce blu e quella gialla. Per questo, hanno difficoltà nel distinguere l’azzurro dal grigio, il nero dal viola scuro, il blu dal verde e l’arancione dal rosso;
4) Acromatopsia: è la forma di daltonismo più marcata, la cecità al colore è pressoché totale. Chi ne è affetto vede il mondo in bianco e nero.

Un esempio concreto

Per farsi un’idea di come vedono i daltonici, utilizziamo un’immagine semplice: quella di una pizza margherita. L’occhio di un normo-vedente percepisce il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella, il verde del basilico e il color carne con chiazze scure del cornicione.

Come vede una pizza chi è affetto dalle diverse forme di daltonismo? Chi soffre di protanopia percepisce un’immagine più scura e fredda, in cui il pomodoro è verde. Anche chi soffre di deuteranopia vede il pomodoro verde, ma l’immagine è nel complesso più chiara e più calda.

Chi soffre di tritanopia, infine, vede una pizza quasi “normale”, ma l’immagine è molto più fredda.

Come vivono i daltonici

Sono numerose le difficoltà che una persona affetta da daltonismo può riscontrare nella quotidianità. Vestirsi, fare la spesa, lavorare con grafici e tabelle, praticare sport e anche guidare possono diventare azioni davvero complicate.

I daltonici, poi, sono esclusi da alcuni ambiti lavorativi. Qualche esempio: non possono far parte dell’esercito, né lavorare in pronto soccorso. Non possono pilotare aerei o treni, né diventare elettricisti. Molte persone non sanno di essere daltoniche semplicemente perché il mondo gli appare fin dalla nascita in un certo modo.

Di solito sono le maestre, nei primi anni di scuola, ad accorgersi del difetto. Chiedono al bambino di colorare con il marrone il tronco di un albero e invece il bimbo lo colora di verde. Nemmeno le celebrità sono immuni da queste difficoltà.

Vip che soffrono di daltonismo

Tra i vip affetti da questo deficit visivo c’è Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Come colore dominante per l’interfaccia grafica del popolare social network, ha scelto il blu in quanto non riesce a distinguere bene il rosso e il verde.

Ci sono diversi daltonici anche tra i sex symbol del cinema di ieri e di oggi: Paul Newman, famoso proprio per i suoi splendidi occhi blu, Eddie Redmayne e Keanu Reeves, che non ha mai nascosto al pubblico questo difetto visivo. Tra le celebrità italiane, infine, Amadeus ha ammesso: “Confondo nero e blu, rosa e azzurro”.

Diagnosi del daltonismo

La diagnosi di daltonismo viene eseguita dal medico oculista attraverso un esame cromatico del riconoscimento dei colori. Spesso vengono utilizzate le tavole di Ishihara, il test più rapido: si tratta di 38 tavole ripiene di cerchietti di colore diverso, ma con lo stesso livello di luminosità.

I pazienti daltonici non riescono a vedere alcune o tutte le figure nascoste all’interno delle tavole. C’è poi un esame più approfondito, il test di Farnsworth-Munsell, per testare in maniera più precisa la percezione dei colori.

Il test consiste nell’ordinare in sequenza, secondo la corretta successione cromatica, una serie di caselle (di solito sono 100 caselle colorate divise in quattro gruppi da 25) con la stessa luminosità e saturazione di colore.

Cure per il daltonismo

Da diversi anni è allo studio una tecnica operatoria mininvasiva per correggere questo difetto visivo. Consiste nell’iniettare nell’occhio un preparato contenente il gene sano.

Al momento, purtroppo, non esistono cure farmacologiche per correggere il daltonismo congenito. La tecnologia, però, può essere d’aiuto per la vita quotidiana. Ci sono diverse app gratuite per iPhone e dispositivi Android, come Color Blind Pal, #SeeColors e Color Name AR.

Aiutano a decifrare cromaticamente gli oggetti che ci circondano semplicemente inquadrandoli con lo smartphone, semplificano gli sforzi di chi lavora con grafici e tabelle, rimodulano la palette colori del telefono o della smart Tv in modo da godere di uno spettro cromatico più variegato.