Pet Therapy: quando gli animali ci aiutano davvero

Cani, gatti, conigli, pappagalli e tartarughe possono entrar a far parte di una terapia nata tre secoli fa: la Pet Therapy. Vediamo come…

25/07/2014

La Pet Therapy ha radici lontane: già alla fine del Settecento in Inghilterra si era iniziato a stimolare il contatto con diversi animali da parte di ammalati psichiatrici, incoraggiandoli a prendersene cura nella considerazione che, interessandosi a creature più deboli di loro, queste persone potessero raggiungere un certo grado di autocontrollo. In Italia la Pet Therapy ha ottenuto il giusto riconoscimento solamente nel 2009 ed è entrata così in molti reparti di ospedali, case di cura e di riposo per anziani e comunità.


[dup_immagine align=”alignleft” id=”125633″]La Pet Therapy è considerata una terapia dolce basata sull’interazione uomo-animale. Non è una terapia che si può considerare isolata o sostitutiva di una già esistente, ma si può a tutti gli effetti considerarla una co-terapia alle pratiche mediche già in atto. La presenza infatti di un animale a fianco di un ricoverato è di enorme aiuto in quanto il paziente stesso stabilisce un particolare legame e un’empatia forte che facilita anche di conseguenza il rapporto che instaura con il medico, risentendone ovviamente in modo positivo anche l’umore.
Questo tipo di terapia si basa sull’assistenza degli animali domestici come cani, gatti, conigli, ma anche tartarughe e pappagalli ed è utile per la cura sia di disabilità psichiche, per esempio l’autismo o disturbi dell’apprendimento (ansia, iperattivismo), sia fisiche (deficit della vista, dell’udito o del movimento).
Gli effetti sui pazienti sono davvero incredibili in quanto gli animali stimolano il gioco, tranquillizzano l’umore, migliorano il grado di empatia esperito, aiutano nel processo di socializzazione e, non per ultimo, riempiono di felicità le ore interminabili che i piccoli pazienti passano in ospedale.
Gli animali coinvolti nella Pet Therapy devono possedere delle precise qualità fisiche e caratteriali, devono infatti essere mansueti e abituati a stare con gruppi di persone senza reagire negativamente alla sollecitazione di troppi stimoli.

Corsi

Ovviamente le persone che si occupano di questa interessante attività devono essere figure professionali come quelle degli educatori, fisioterapisti, terapisti occupazionali, psicologi, ecc… che devono aver fatto dei corsi specifici ed essere costantemente aggiornati sugli sviluppi di questa terapia. In rete si possono trovare tantissimi corsi accreditati (base o di specializzazione) che abilitano all’esercizio e che si svolgono in varie città italiane come Torino, Genova, Milano, Padova, Bologna, Roma o Catania.


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Dottoressa Sara Ronchi
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