Saltare i pasti aiuta a dimagrire o rallenta il metabolismo?

Se dopo gli eccessi dell'estate state pensando a un regime detox, attenzione! Saltare i pasti non è il metodo migliore per dimagrire, vi spieghiamo perché.

06/09/2019

Soprattutto dopo le feste di Natale e Pasqua, dopo una cena con gli amici o dopo gli eccessi dell’estate, si cerca sempre un metodo rapido per buttar giù quei chiletti di troppo. Così, se il tempo per la palestra scarseggia e l’idea di seguire una dieta equilibrata sembra una soluzione troppo “lenta”, viene spontaneo pensare di saltare uno o più pasti per facilitare e accelerare il processo di dimagrimento.
Ma niente di più sbagliato! Non mangiare, infatti, ha diversi effetti indesiderati sulla salute e, in più, fa ingrassare. Vediamo i motivi.

Cosa accade quando si salta un pasto?

È capitato a tutti di pesarsi dopo un periodo di “digiuno”, per esempio dopo un’influenza, oppure dopo aver saltato il pasto per mancanza di tempo, il risultato è che si è perso peso. Dunque, come mai saltare i pasti fa ingrassare? La realtà è che quei 2 kg persi durante 5 giorni di influenza si riprendono in meno di un giorno.
Come mai accade ciò? Privare il corpo di nutrimenti (e quindi di calorie) causa un calo di zuccheri che porta il cervello a desiderare ardentemente il cibo. E non cibo qualunque: non si avrà certo voglia di verdure, bensì di carboidrati, in quanto sono gli alimenti utili a ristabilire il corretto livello di glucosio, stimolando il senso di fame. Al pasto successivo si tenderà pertanto a mangiare più di quanto sia necessario. Inoltre, per offrire al cervello i nutrimenti di cui necessita per svolgere le sue funzioni, l’organismo li preleva dai muscoli, ovvero dalla massa magra. Va dunque specificato che saltare i pasti non provoca un vero e proprio dimagrimento, ma una perdita di liquidi (la prima cosa che, in caso di carenza nutrizionale, si smaltisce) e di massa magra.


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Le conseguenze di un digiuno prolungato

Abbiamo visto cosa succede al nostro organismo quando si salta un pasto. Se il digiuno poi si prolungasse, gli effetti collaterali aumenterebbero.
Non mangiare, come anticipato, leva al corpo la cosiddetta massa magra, inoltre rallenta il metabolismo predisponendo all’aumento di massa grassa. Con la conseguenza che, appena si riprenderà a mangiare normalmente, non solo il corpo riprenderà il peso perso, ma lo farà “con gli interessi”. 
Ciò si aggiunge a una conseguenza psicologica non indifferente. Le ghiandole surrenali, sentendosi “minacciate” da questa carenza di nutrimenti, rilascia nell’organismo il cortisolo, chiamato anche “ormone dello stress”. In poco tempo dunque non solo ci troveremmo con un peso superiore, ma andremmo anche incontro a conseguenza psicologiche piuttosto serie e di difficile gestione.
Insomma, per concludere, se si desiderasse perdere 2-3 kg, a seguito di “abbuffate”, è sempre meglio darsi tempo e seguire una corretta alimentazione: le tempistiche saranno più lunghe ma il risultato sarà duraturo e la mente più libera e serena!