Il singhiozzo dei neonati e del feto: i consigli dell’esperto

Consigli e rimedi per gestire un fenomeno frequente nel neonato e nel feto che spesso angoscia più i genitori che i bambini.

09/03/2022

È un movimento ritmico, cadenzato che si può percepire anche quando il bambino è ancora protetto dal ventre materno. Basta guardare, o mettere la mano sulla pancia di una mamma in attesa per rendersene conto: in una zona circoscritta si sente un battito lento e scandito o una serie di piccole scosse. Più evidente negli ultimi tre mesi.

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Il singhiozzo comincia nella pancia della mamma

Perché il singhiozzo non è un evento che si verifica solo una volta venuti alla luce. Già dai primi mesi nelle pancia della mamma ,il bambino può cominciare a singhiozzare, ancora prima di iniziare la respirazione vera e propria. Ed è del tutto normale che avvenga.

Secondo gli esperti infatti il singhiozzo del feto rappresenta il segno che il piccolo si sta “preparando” alla vita extra-uterina eseguendo in qualche modo degli esercizi di respirazione determinati dal movimento dei muscoli della gabbia toracica. E non solo, un’altra funzione importante del singhiozzo è quella di impedire al liquido amniotico di entrare nei polmoni: infatti durante queste prove di respirazione, il bambino, può  inghiottire un po’ di liquido, e grazie ai singulti riesce a buttarlo fuori dalla bocca.


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Il singhiozzo come reazioni a determinate azioni

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Il più delle volte e questo avviene quando la mamma compie particolari azioni, ad esempio:

  • quando si alza,
  • quando si sdraia,
  • quando si affatica
  • quando mangia troppo.

Tutti comportamenti che portano ad una temporanea  riduzione dell’afflusso di ossigeno al feto. Sappiamo bene infatti che il feto, immerso nel liquido amniotico non respira, ma questo non gli impedisce di fare le prove. Attraverso questo movimento muscolare, inoltre, il feto espelle il liquido amniotico che ingerisce durante la vita intra-uterina e si prepara ad affrontare quelli che saranno i rigurgiti durante le prime poppate: un bimbo che ha imparato a singhiozzare sarà in grado di rimuovere il latte quando gli andrà di traverso.

Neonato

Premesso questo, non dobbiamo assolutamente preoccuparci quando il singhiozzo si manifesta nel neonato: è un fenomeno del tutto fisiologico che tende a scomparire spontaneamente nel giro di pochi minuti. Se, invece, la comparsa del singhiozzo si trasforma in vere e proprie crisi è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Per avere un quadro il più chiaro possibile su questo argomento, che spesso angoscia più le mamme dei bambini, abbiamo voluto sentire il parere di un esperto: il Prof. Giacomo Faldella, Direttore U.O. Neonatologia, Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna e Direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria Università di Bologna. E anche lui, prima ancora di iniziare l’intervista ci ha tenuto a sottolineare che il singhiozzo nel neonato è tanto frequente quanto innocuo, e che, da come reagiscono, i piccoli sembrano non avere alcun disagio: basti pensare che addirittura alcuni riescono ad addormentarsi tra un sussulto e l’altro.

mamma e neonato

Professore, quali sono le cause del singhiozzo nei neonati?

Il singhiozzo del neonato è un fenomeno del tutto naturale, causato principalmente dall’immaturità del sistema di coordinazione dei riflessi di stomaco e intestino, la cui maturazione prosegue anche nei primi mesi di vita. Si tratta di un fenomeno molto comune, che generalmente si risolve da solo in pochi minuti, senza conseguenze per la salute del piccolo. La comparsa ricorrente del singhiozzo è più frequente nei neonati che presentano una maggior facilità al rigurgito. Solo se il fenomeno continua assiduamente con episodi persistenti e prolungati dopo l’anno e mezzo di età, è opportuno rivolgersi al pediatra per capire le eventuali cause all’origine del problema.

Quali sono i rimedi più efficaci da adottare?

Un rimedio semplice ed efficace è quello di somministrare col cucchiaino alcune gocce di acqua bollita e lasciata intiepidire, eventualmente addizionate con qualche goccia di limone. Un altro rimedio può essere quello di sollecitare delicatamente il nasino del piccolo per indurre uno starnuto, che facendo distendere il diaframma può far scomparire il disturbo in tempi brevi. Se invece il singhiozzo compare durante la poppata può essere utile riattaccare di nuovo il piccolo al seno: ristabilire il ritmo della deglutizione può infatti regolarizzare anche la respirazione. Occorre tuttavia evitare che il bambino si alimenti con troppa voracità, ingerendo dell’aria insieme al latte, fattore che tende a facilitare la comparsa del singhiozzo.

Alcuni pediatri consigliano di utilizzare qualche goccia di limone, altri sono contrari, lei cosa ne pensa?

Può essere somministrata qualche goccia di limone diluita in acqua bollita; mi sento invece di sconsigliare la somministrazione di limone puro, troppo acido e potenzialmente allergizzante per un bambino neonato.

Il singhiozzo può manifestarsi per una posizione scorretta del neonato?

Durante l’allattamento del bambino al biberon è opportuno mantenere la posizione obliqua per evitare che il bambino ingerisca bolle d’aria che possono favorire il singhiozzo. Se invece il singhiozzo è associato a rigurgiti o reflussi, può essere consigliabile evitare di reclinare il bambino subito dopo i pasti.

Il singhiozzo si manifesta anche quando il bimbo è nel ventre materno, quali le cause?

Alcuni ritengono che il singhiozzo fetale durante la gravidanza sia causato dal bere o dal respirare liquido amniotico: il liquido fluisce dentro e fuori dei polmoni e incoraggia il diaframma a contrarsi. Si tratta comunque di un fenomeno normale e non causa disagio al feto.