La depressione post partum colpisce anche i papà

Anche i neo padrei sperimentano un senso di inadeguatezza dopo la nascita di un bambino, che può trasformarsi in un disturbo psichico importante da non sottovalutare.

13/06/2020

La depressione post partum non colpisce solo le madri, ma anche i neo papà. Secondo alcuni recenti studi, infatti, anche gli uomini possono soffrire di disturbi psichici dopo la nascita di un bambino, simili al baby blues che interessa molte neo mamme.

La DPP, o depressione perinatale paterna, è stata per la prima volta definita nell’ambito della psichiatria nel 2001, ma solo a partire dal 2016 sono stati condotti studi più strutturati. Si tratta in ogni caso di un tema ancora poco approfondito.

L’arrivo di un bimbo è infatti un’assoluta rivoluzione, un cambiamento radicale nella vita di una coppia che si trasforma così in una famiglia. La reazione a questo profondo mutamento può non essere soltanto di gioia, anche da parte dei neo papà.

I nuovi padri sono molto più presenti nella vita dei propri figli anche in termini di accudimento rispetto a quanto avveniva un tempo. Proprio questo sarebbe uno dei fattori scatenanti della depressione paterna, che spesso non si manifesta dopo il parto ma più frequentemente durante il primo anno di vita del bambino.

I padri creano poi oggi una forte empatia come i neonati: sono lontani i tempi in cui era solo la madre ad occuparsi dei bambini. Gli uomini si dedicano oggi sia all’accudimento pratico che a quello emotivo dei propri figli, e proprio questo sarebbe una delle cause scatenanti della depressione.

Anche i papà, infatti, possono sperimentare quel sentimento di inadeguatezza che deriva dall’accudimento di un neonato, in particolar modo se si tratta del primo figlio. Questo potrebbe essere un fattore scatenante del disturbo psichico.

Una patologia più frequente di quanto si immagini

La depressione post partum paterna è però un problema piuttosto trascurato, poichè lo screening dei disturbi depressivi si concentra solitamente sulle neomamme. Si ipotizza che soffra di depressione una percentuale di padri compresa tra il 2 e il 25%. Non essendoci però di fatto criteri diagnostici specifici per individuare questa patologia, si tratta di dati assolutamente incerti.


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Secondo l’American Academy of Pediatrics occorrerebbe monitorare le condizioni psicologiche dei neo papà così come si fa con le neo mamme. Le linee guida prevedono infatti una valutazione di eventuali sintomi di depressione post partum nella madre a 1,2, 4 e 6 mesi del bambino, e solo a 6 mesi nei papà. La depressione post partum dei padre si scatenerebbe infatti mediamente dopo 6 mesi dalla nascita del bambino.

Sono state condotte delle indagini anche in Italia, sottolineando il ruolo fondamentale del pediatra di famiglia nel riconoscere la depressione post – partum anche nei padri.

Come riconoscere i sintomi della depressione paterna

La depressione paterna si manifesta in modo diverso rispetto a quanto accade per le mamme e compare solitamente più tardi. A differenza della depressione perinatale materna, inoltre, i sintomi sono generalmente più lievi e talvolta poco definiti. La DPP è inoltre spesso collegata ai disturbi psichici post partum della madre.

I neopadri depressi presentano i classici sintomi di questo disturbo psichico, come tristezza persistente e perdita di interesse nelle attività che prima si trovavano divertenti. Compaiono anche difficoltà a mangiare e a dormire e talvolta iperattività lavorativa.

I neo papà presentano disturbi di ansia come attacchi di panico e fobie, ma anche calo della libido e insonnia. Altri sintomi ricorrenti possono essere irrequietezza e impotenza, fino ad arrivare anche a crisi di rabbia e ipocondria.

Sono presenti inoltre anche acting out comportamentali, come fughe o relazioni extraconiugali. Alcuni soggetti possono inoltre sviluppare dipendenze o attività compulsive.


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Si osservano spesso anche alcune modificazioni ormonali: cortisolo e prolattina risultano più alti della norma, mentre cala la produzione di testosterone. Stress e aumento di peso sono spesso i primi segni di una condizione psicologica di disagio.

I fattori di rischio della depressione paterna

La nascita di un figlio è un cambiamento profondo che mette in pericolo una relazione, perchè ne muta profondamente gli equilibri. Spesso le mamme praticano una sorta di ostruzionismo, vedendosi come la principale fonte di cura per il bambino. I padri, d’altro canto, non hanno il vantaggio biochimico della gravidanza e dell’allattamento, ed è più difficile stabilire un legame con il bambino.

Molti uomini sperimentano pertanto una profonda sensazione di inadeguatezza che li allontana dal nido familiare. Questo accade perchè gli uomini rinviano il processo di adattamento alla paternità fino a dopo la nascita del bambino. L’uomo non vive infatti in prima persona l’esperienza di un bimbo che cresce dentro di sè, pertanto il legame è mediato dal racconto della compagna e dalle immagini ecografiche. Anche il futuro papà si crea un’immagine del bambino in cui si proiettano fantasie, desideri e problematiche connessi alla propria storia personale.

Questo processo può pertanto riattivare dei conflitti irrisolti risalenti alla propria infanzia ed al legame con la figura paterna del neopapà, scatenando sentimenti di colpa e di rabbia o senso di perdita.

La presenza di disturbi mentali nella madre rappresenta inoltre un altro fattore di rischio per la depressione perinatale paterna, così come la presenza di un basso livello di soddisfazione di coppia. La mancanza di una autentica coesione coniugale, accompagnata allo stress dell’accudimento, influenzerebbe l’attaccamento degli uomini ai loro bambini.

Anche l’età dei padri è considerata un fattore di rischio: gli uomini che aspettano il loro bambino in età avanzata sono maggiormente esposti alla possibilità di sviluppare problemi di salute mentale.

Un basso livello di istruzione ed uno scarso reddito, o comunque preoccupazioni finanziarie, possono essere un altro fattore di rischio. Come è facile intuire, la responsabilità di un figlio in presenza di difficoltà economiche può essere fonte di ansia e di stress.

Come intervenire

Sono spesso le donne che segnalano le difficoltà dei partner alla nascita di un bambino: gli uomini si interrogano allora sul loro ruolo nella neonata famiglia. La coppia ha infatti mutato assetto e i padri si trovano spesso impreparati ad affrontare queste nuove dinamiche.

Raramente gli uomini si rivolgono ad uno specialista, perchè spesso non si rendono conto di essere affetti da un disturbo nervoso. Più semplicemente si identificano nello stereotipo del neopapà messo in disparte dalla compagna in favore del neonato. In questo modo, però, si allontanano sia fisicamente che emotivamente.

Una volta individuato che si tratta di un problema psichico e non di una crisi passeggera può essere utile una terapia di gruppo, in cui si condivide l’esperienza della paternità e ci si renda conto di non essere inadeguati al ruolo.