Graziano Pellé: Dio perdona, il web no…

Sbaglia il rigore – con annessa figuraccia – e poi festeggia le vacanze sui social. Pregi e difetti di un eroe italiano buttato giù repentinamente dal carro… Ma è la legge del web.

05/07/2016

Come si suol dire «dalle stelle alle stalle»? È proprio così che si sarà sentito Graziano Pellé – ma non solo lui perché anche il buon Zaza da questo punto di vista non ha scherzato – dopo lo sfortunato epilogo di Italia-Germania, quarto di finale di Euro 2016, che come ormai tutti saprete ha sancito l’eliminazione della nostra nazionale dal torneo francese e la prima sconfitta contro la poco amata squadra teutonica nella storia del nostro calcio nella fase finale di Mondiali ed Europei.

Certo, in Italia, la ricerca del capro espiatorio è troppo spesso pratica comune dopo un fattaccio e le prestazioni della nazionale di calcio fino al 120° minuto della partita con i tedeschi erano state encomiabili.

Ma è indubbio che nell’epoca dei social, dove tutto viene passato sotto il microscopio, tanto più se mandato in mondovisione, la figura barbina che ha fatto con la gratuita provocazione al portiere Neuer – un gesto da buttafuori di discoteca che non ha certo elevato l’immagine dell’italiano-medio nel mondo – e successivo rigore-mozzarella con cui ha centrato debolmente i cartelloni pubblicitari dietro alla porta, non poteva passare inosservata…

E così il buon Pellé è finito sotto il tiro incrociato del web-sarcasmo ed è diventato, con il “gemello” Zaza, il bersaglio preferito degli italiani.

Al silenzio che forse avrebbe fatto passare la buriana più in fretta – si sa, domani è un altro giorno e sarà virale un’altra cosa – l’incauto Graziano ha però preferito il rincaro della dose, pubblicando una bella foto vacanziera in compagnia di Marco Parolo, che per lo meno il suo rigore lo ha segnato, attirandosi di nuovo l’ira dei socialnauti.

«Non si fa, dopo quello che è successo!»: questo il tono medio – ed edulcorato – della valanga di messaggi che si è visto recapitare in risposta.


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L’emigrante del pallone

Povero Graziano. Perché hai fatto quella pazzia? Non potevi sbagliarti il tuo rigore in santa pace ed in tutta umiltà come hanno fatto un sacco di tedeschi e qualche tuo compagno? Ma forse il corazziere Pellé, leccese di San Cesario, classe 1985, centonovantaquattro centimetri di fisico imponente ed un passato da vero e proprio emigrante del pallone, non merita un trattamento così duro.

Lui è stato il simbolo di questa nazionale-operaia che forse proprio per il suo essere poco talentuosa e per la sua carica agonistica, la sua patriottica volontà e la sua salda unione, si era fatta amare dal pubblico italiano che, notoriamente critico in fatto di calcio, l’aveva accolta con scetticismo.

Pellé è tutto sommato un tipo simpatico, uno che avrebbe potuto intraprendere la carriera di ballerino invece che quella di calciatore, dato che ad 11 anni ha vinto a Montecatini il titolo italiano di ballo latino, liscio e standard in coppia con la sorella Fabiana. Sceglie però il calcio, anche se la gavetta cui è costretto è dura. Poche e risicate apparizioni in serie A e B prima della avventura olandese all’AZ Alkmaar nel 2007. È uno dei primi calciatori italiani ad emigrare all’estero – non c’era ancora la crisi e la Serie A era il top in Europa. Graziano diventa un calciatore di livello all’estero ed Antonio Conte lo chiama affidandogli, inizialmente contro tutti, le chiavi della Nazionale.

Fidanzata ungherese – la bella Viktoria “Viki” Varga che dopo il labiale “lo sapevo” all’errore dal dischetto è diventata a sua volta una protagonista del web – Pellé potrebbe ritornare presto in Italia per cercare finalmente di “sfondare” anche nel nostro campionato. Ma forse, per un po’ di tempo, è meglio che si tenga alla larga dai social.

 

Photo Credit: Wouter Enger