Intolleranze alimentari: sintomi e test

Scopriamo di più sulle intolleranze alimentari, sui sintomi maggiormente diffusi e sui vari test per diagnosticarle.

Sono sempre più diffuse nella popolazione italiana, con notevoli ripercussioni sul benessere intestinale e su quello generale dell’organismo. Di cosa parliamo? Delle intolleranze alimentari (al lattosio, al frumento, ecc) che, pur non rappresentando una malattia precisa, causano disturbi ricorrenti e persistenti, difficili da risolvere, in circa il 13% dei bambini e il 10% degli adulti. Cerchiamo di capire quali sono i sintomi delle intolleranze e i test per diagnosticarle.

Innanzitutto bisogna sottolineare che, a differenza dell’allergia alimentare che coinvolge il sistema immunitario della persona, con la produzione errata di anticorpi verso un antigene (in questo caso un alimento), l’intolleranza non coinvolge il sistema immunitario. Si tratta, invece, di una infiammazione silente e generalizzata. Secondo alcuni esperti è una condizione di infiammazione perenne, dovuta alla reazione avversa ad alcuni alimenti, di bassa e prolungata intensità, che porterà ad una disfunzione ormonale. Questa infiammazione è caratterizzata da sintomi clinici diffusi e poco specifici, che possono interessare uno o più organi.

I sintomi

Alcuni fastidi che sono generalmente comuni a tutte le forme di intolleranza sono: stanchezza, ritenzione idrica, borse oculari, sonnolenza post-prandiale, alitosi e aumento della sudorazione. I sintomi possono anche interessare specificatamente il sistema nervoso, causando cefalea, ansia, depressione, irritabilità, scarsa memoria e difficoltà a concentrarsi. Si possono verificare, inoltre, problemi a carico del sistema respiratorio come asma, tosse, rinite allergica, sinusite o difficoltà di respirazione. I sintomi a volte interessano anche l’apparato cardiocircolatorio con alterazioni della pressione arteriosa e palpitazioni, o l’apparato gastroenterico, con conseguente gonfiore, senso di nausea, dolori e crampi addominali, diarrea, stipsi, meteorismo. Può essere interessato anche l’apparato urogenitale con cistiti, infiammazioni urogenitali e sindrome premestruale, oppure l’apparato muscolo-scheletrico con crampi, tremori, debolezza muscolare, infiammazioni muscolo-tendinee e dolori articolari. Infine le intolleranze possono interessare anche l’epidermide, con comparsa di prurito locale e generalizzato, acne, eczema e dermatiti.

I test

Per diagnosticare la presenza di una intolleranza alimentare è opportuno eseguire dei test appositi. I più comuni avvalgono della metodica ELISA (un metodo biochimico), che permette i individuare quali sono le proteine alimentari contro le quali l’organismo ha reazioni avverse. Questi test si eseguono su un campione di sangue, prelevato dallo specialista o autoprelevato dal soggetto (come quando si monitora la glicemia a domicilio), senza la necessità di essere a digiuno.

Solitamente si consiglia di abbinare al metodo appena visto il test della disbiosi intestinale, cioè un’alterazione degli enzimi e/o della flora batterica naturalmente presenti nel nostro organismo. Per l’intolleranza al lattosio, si usa specificatamente il Breath Test, che richiede di soffiare in un palloncino ogni 30 minuti e bere dell’acqua in cui sono stati sciolti 20 g di lattosio. Gli altri test, come il DRIA, il Vega e il Kinesiologico, non sono più ritenuti validi, a causa della loro scarsa attendibilità.